15 marzo 2019
Negoziazione assistita: da noioso intralcio a rimedio utile per evitare cause costose.
La Legge di Stabilità 2015 ha condizionato l’avvio di una causa giudiziale in materia di trasporto (o sub-trasporto) al preventivo esperimento, tra i soggetti coinvolti, di una negoziazione assistita da parte dei loro avvocati. Si tratta di una pratica comune a tanti altri settori che però, in quello della logistica e dei trasporti, viene spesso tralasciata o non adeguatamente sfruttata. Invece, specie nei contratti di durata, può dare molte soddisfazioni.
I PRO ED I CONTRO DELLA PROCEDURA
In un Paese litigioso come il nostro, il solo pensare a che le Parti, in procinto di litigare, possano trovare un accordo preventivo per cercare una trovare una soluzione stragiudiziale per le loro controversie, appare uno sforzo ardito. D’altra parte, gli stessi avvocati che dovrebbero teoricamente promuovere la negoziazione assistita potrebbero essere disincentivati a farlo: in ogni trattativa, bisogna anche lavorare un poco contro il proprio cliente e questa può essere considerata una responsabilità troppo elevata, visto oltretutto che i loro compensi per una negoziazione assistita potrebbero risultare inferiori (o anche nulli, in caso di insuccesso) rispetto a quelli di una causa ordinaria.
Invece, da punto di vista dell’impresa, alla definizione anticipata di un nascente contenzioso potrebbero conseguire diversi vantaggi: una analisi più informale e diretta dell’intera questione controversa, una maggiore flessibilità nelle soluzioni proponibili rispetto a quelle di una mera decisione di condanna, la riservatezza e le competenze specialistiche dei professionisti incaricati, i benefici fiscali ottenibili da un accordo che equivale ad una sentenza. Certo che, se si è semplici soggetti debitori, intenti a dilazionare nel tempo la propria resa dei conti, questo articolo, probabilmente, non fa per voi.
ADR VA BENE, MA NON PER TUTTI !
E’ infatti chiaro che il ricorso ad Alternative Dispute Agreements (ADR) così frequente nei paesi anglosassoni (dove il ricorso alla giustizia ordinaria costa ancora di più che qui da noi) richiede una certa competenza da parte dell’impresa interessata ed una fiduciosa delega al professionista incaricato, qualità difficilmente riscontrabili, contemporaneamente, in capo all’imprenditore nostrano: eppure, le imprese più organizzate hanno compreso da tempo che, spesso, la giustizia ordinaria non porta da nessuna parte, almeno in tempo utile a che la controparte poi non sparisca, che trattare personalmente con il debitore, come si è costretti a fare, in mancanza di altra e più celere soluzione, può risultare talvolta controproducente, infine, che certi rapporti e certi interlocutori non si possono mandare completamente al diavolo per questioni non fondamentali. Ecco che quindi, specie nei rapporti di durata, frequenti nella logistica e nei trasporti, l’appostazione di clausole ADR nei relativi contratti, oppure un serio perseguimento della procedura di negoziazione assistita che, come detto, è comunque condizione legale per procedere poi in sede giudiziaria, possono rappresentare un valido strumento professionale per garantire la controparte sulla serietà del proprio comportamento e sulla certezza dei rapporti giuridici concordati.
